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"Un esempio della "buona politica" che, al di là degli steccati tra partiti, propone con pragmatismo interventi concreti in grado di migliorare la vita di cittadini particolarmente vulnerabili. Una legge che, lungi dal voler etichettare o peggio ghettizzare tali cittadini, afferma la rilevanza sociale di una malattia che ancora in molti non sanno di avere e che ne promuove l'emersione attivando programmi di diagnosi precoce, elevando ulteriormente l'assistenza, già per altro alta in Trentino, in favore delle persone che ne sono affette".

Questo il primo commento dell'assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi dopo il voto favorevole, oggi in Consiglio provinciale, alla proposta di legge "Interventi a favore delle persone affette da celiachia.

E’ la prima in Italia a livello locale, e finamente rende giustizia di una malattia ormai diffusa, definendola “sociale” e non più “rara”.



Due in particolare gli obiettivi che si pone il disegno di legge:

Una proposta di legge dunque, assolutamente all’avanguardia, che non trova riscontro non solo sul territorio nazionale, ma nemmeno in Europa, come ribadito anche dal presidente di AIC – Trentino Massimo Fotino.

È stato poi il consigliere Pino Morandini a tratteggiare le peculiarità di questo disegno di legge che, come già la normativa nazionale, riconosce la celiachia come una “malattia sociale”: “In Italia sono oltre 100.000 le persone che vivono questo disturbo, il cui riscontro non è più solo circoscritto all’età infantile. Inoltre il numero di persone che presenta i marcatori della celiachia è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Si sta male – ha sottolineato Pino Morandini – e la legge finalmente si fa carico di una situazione tutt’altro che secondaria, di una malattia che porta disagio sociale, difficoltà di relazione”.

 

Gli articoli di legge di particolarmente rilievo sono il numero 2, riguardante la diagnosi precoce e la prevenzione delle complicanze, e il 3, che prevede l’erogazione dei prodotti senza glutine anche attraverso la grande distribuzione nonché la somministrazione di pasti senza glutine presso i servizi mensa erogati: dalle scuole dell’infanzia, dalle istituzioni scolastiche e formative provinciale, dai presidi ospedalieri dell’Azienda per i Servizi sanitari, dai comuni e dai relativi enti strumentali. Infine l’articolo 4 prevede interventi di educazione e formazione sanitaria rivolte agli operatori e ai cittadini con azioni di sensibilizzazione.

 

Fino ad oggi il problema-celiachia è stato sottovalutato. Secondo quando segnalava già cinque anni or sono l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) «sono tremila i trentini colpiti da celiachia ma solo 700 lo sanno» (L’Adige, 16/5/2006, p. 27). A distanza di cinque anni da queste stime, è certamente aumentata, anche grazie all’attività della citata l’Associazione Italiana Celiachia, la consapevolezza sociale di questa malattia, ma si è unanimemente concordi nel ritenere che, anche in Trentino, molti celiaci non sappiano tutt’ora di esserlo.

C’è poi la questione delle diagnosi. Da anni, infatti, l’Associazione Italiana Celiachia denuncia come siano «troppo poche le diagnosi di celiachia in Trentino. Benché il numero dei celiaci diagnosticati cresca ogni anno del 10%, le diagnosi in provincia continuano ad avere un’incidenza bassa, soltanto 1 caso su 10»

Con questa legge, insomma, non è uno schieramento bensì la politica tutta – intesa come servizio efficace per il bene comune – ad aver tagliato un traguardo importante, che aiuterà tutte quelle migliaia di trentini affetti da celiachia e anche coloro – centinaia, a quanto pare – che ancora non sanno di soffrire di questa intolleranza permanente al glutine. I cui disagi, da oggi, si spera saranno attenutati.

Cons. Pino Morandini

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11.06.2017

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