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Facciamo chiarezza con brevi, ma veri punti di riflessione per tutti:

1. che il disegno di legge di iniziativa popolare debba esser discusso è un dato di fatto, ma nulla toglie che possa essere portato in aula e non approvato.

2. Ciò che più preoccupa la comunità trentina è che, contrariamente a quanto è stato detto, il ddl in questione tocca materie legate all’identità personale e alla promozione delle cosiddetta teoria del gender. Infatti, nell'articolo 5 della legge, in "Azioni di sensibilizzazione culturale" si parla espressamente della promozione della cultura di genere.
Seppur più nascosti, nel ddl provinciale, tra le righe, sono inseriti in modo interpretabile tutti i punti necessari per mettere in atto la "Strategia nazionale LGBT", gli "Standard sull’educazione sessuale" dell’OMS, la legge presentata da Scalfarotto ecc.
Il Ministero dell'Istruzione, inoltre, ha affermato che attraverso la lotta alla discriminazione nelle scuole si sta cercando di veicolare e far passare “altro” e che, quindi, ogni qual volta sia interessata l’educazione sono da coinvolgere i genitori, i quali hanno il diritto-dovere di educare i propri figli e devono sapere che cosa entra nelle loro classi, poiché la scuola non può imporre una sua visione, a maggior ragione se orientata in senso ideologico e unilaterale, come fanno i famosi libretti dell’Unar.
 
3. L'intenzione del ddl non si limita soltanto al “contrasto delle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o dall’intersessualità” ma va ben oltre, infatti quando nel ddl si parla di "identità di genere", si intende, innanzitutto, riconoscere la prevalenza del genere e della percezione che uno ha di sé sul sesso biologico.
Più in particolare, l'articolo 2 della legge definisce l'identità di genere "la percezione di sé, come maschio o come femmina o in una condizione non definita".
Le conseguenze di ciò sono che si potrà legittimamente dire, insegnare e fare sperimentare ai bambini che si sarebbe uomini e donne NON perchè nati con determinati caratteri biologici che derminano un corpo femminile o un corpo maschile, ma che si è uomini e donne solo se ci si riconosce come tali.
In altre parole, si giungerà a riconoscere come diritto umano fondamentale la libertà dell'individuo di "scegliersi" da sé il proprio genere.
 
4. Per quanto riguarda la tolleranza, il popolo italiano, trentino e ladino è tollerante, siamo tutti tolleranti, ma ora la questione sta diventando un caso intollerabile. L'omofobia che non c'è si sta lentamente formando a motivo del ddl contro l'omofobia.
Tutte le statistiche Istat ed anche il difensore civico confermano che non si sono verificati casi di discriminazione e quindi di lamentele da parte di omosessuali. Inoltre, la maggior parte dei casi omofobia sono una bufala mediatica, numericamente irrisori e comunque reprimibili secondo gli strumenti già in essere (cfr. i dati ufficiali forniti dal Governo italiano nel dicembre 2013 dall'OSCAD, cioè dalla forza di polizia appositamente istituita per il contrasto dell'omofobia; “The Global Divide on Homosexuality” Washington giugno 2013; Scenari di un’Italia che cambia”, SWG – Trieste, Giugno 2013; “La popolazione omosessuale in Italia”, Studio ufficiale dell’Istat 2012; i dati forniti dallo stesso UNAR “Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali” nel documento “Strategia nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”).
Inoltre, già oggi in base alla stessa Carta Costituzionale, alle leggi civili e penali del nostro ordinamento la persona omosessuale è tutelata ed ha diritti come tutti, perché "tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni" alcune, né di sesso, né di condizioni personali (art. 3 Cost.). Che bisogno c'è, dunque, di un altro testo? È lecito allora domandarsi quale fine reale ha?
 
5. Nel comunicato stampa leggiamo che viene perseguito lo scopo di "riconoscere il diritto ad ogni singolo individuo di esistere" e che le polemiche si basano "sul nulla", su "vuote insinuazioni". Eppure le riflessioni proposte sono state fatte citando gli articoli della Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Inoltre, non pare necessaria una legge per "riconoscere il diritto di esistere", poiché non rientra nel potere dei politici dare e togliere questo diritto all'umanità.
 
6. Come ammettono gli stessi promotori della legge anti omofobia, "anche in Val di Fassa" si è reagito a tale ddl. Quell' "anche" significa che non siamo soli, c'è tanta altra gente che la pensa come noi ladini e trentini. C'è tanta altra gente che ha letto il ddl in questione, lo ha capito, ci ha ragionato ed ha quindi deciso di dire NO, ma non per secondi fini. Non c'è nulla di strumentale nel difendere la famiglia, ma solo e unicamente l'obiettivo di difendere la cellula, il nucleo e la base della società, luogo dove si genera vita, si cresce e si impara a vivere. Il popolo non accusa Beppe Detomas e i membri della UAL, ma semplicemente reagisce a qualcosa che non condivide e che non è in linea coi principi dello statuto della UAL. Questo non è criticare o accusare, ma essere cittadini responsabili, partecipi e informati.
 
7. Questa proposta di legge, come hanno detto gli stessi promotori, è in discussione a Trento da oltre un anno. Questo è stato un altro elemento che ha causato dispiacere nella comunità trentina, la quale è rimasta a lungo all'insaputa di tale ddl.
 
8. La reazione del popolo non è improvvisa. Quando i ladini sono venuti a conoscenza del ddl contro l'omofobia, si sono subito attivati per reagire perché è intrinseco nel dna dei ladini difendere la vita e la famiglia. Non è una presa di posizione improvvisa, ma un proseguire la ragione dei nostri padri e avi che per generazioni e generazioni si sono battuti per difendere i veri valori. Anche per questo, la campagna elettorale non c'entra niente. Già molto prima dell'inizio della campagna elettorale, il popolo manifestava le sue perplessità in merito a queste proposte di legge. Inoltre, è lo stesso Ministero dell'Istruzione ad affermare che contro l’ideologia serve una presa di posizione personale, invitando tutti, sia credenti che non credenti, a meditare le Parole di Papa Francesco che chiede di sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli e che manifesta il suo rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con bambini e giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio.
Sono parole – conclude il Ministero - che vanno meditate con attenzione, laicamente, da parte di tutti. Per questo, la popolazione chiede ai candidati di prendere una posizione chiara, perché questo sì è un bisogno, una necessità, un'urgenza, perché quando la Politica, la scienza e l'umanità vengono piegati agli interessi di pochi, la Politica, la scienza e l'uomo si trasformano in mostri ed ecco che al centro non si mette più "la persona umana", ma qualcosa altro, spesso il denaro.
 
COMUNITA'

FIGLI DEL SACRO CUORE DI GESU'

EVENTO IMPORTANTE

11.06.2017

http://figlidelsacrocuore.it/

PRIMI VOTI PRONUNCIATI DA GLORIA MEDEI

PER ENTRARE NELLA COMUNITA' DEI CONSACRATI

FIGLI E FIGLIE DEL SACRO CUORE DI GESU'.

Il suo nuovo nome è Gloria, Gioia della Croce

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