...i puntini di sospensione si usano sempre nel numero di tre?

I punti (o puntini, o puntolini) di sospensione, anche chiamati puntini sospensivi o (nel parlato) tre puntini, sono un segno di punteggiatura costituito graficamente da un gruppo di tre punti consecutivi scritti orizzontalmente.

I puntini di sospensione si usano sempre nel numero di tre, per indicare la sospensione del discorso, quindi una pausa più lunga del punto. Nella lettura la pausa corrisponde ad un intervallo fonetico paragonabile a quello di una virgola.

In filologia, i puntini, posti fra parentesi quadre, servono a segnalare l’omissione di lettere, parole o frasi di un testo riportato (Malagoli 1912 scriveva: «se indicano un’omissione di lettere in una parola, sono tanti i puntini quante le lettere che mancano»).

I punti di sospensione hanno vari utilizzi:

  • Segnalano una "sospensione" nel discorso (da cui il nome), come una frase non conclusa, un'esitazione o un accenno lasciato volutamente indefinito (figura retorica dell'ellissi).
    L'interruzione del discorso può essere:
    - per dubbio o imbarazzo: Non so proprio cosa dire... in questo momento... ho tanto da fare...
    - per ammonimento (conferendo un tono meno perentorio alla frase rispetto all'utilizzo del punto esclamativo): Stai molto attento...
    - per allusione: "Meglio un uovo oggi..."
    - per preparare una battuta: "Laura era così agitata da... non ricordare nemmeno il suo nome."
    - per tacere qualcosa che non si può o non si vuol dire: "Penso che tu non abbia acora capito... non ti sia reso conto... ma, in fondo è meglio lasciar perdere."
    - per cambiare discorso: "Ero appena uscita di casa... ma, che ore sono?"
    - per creare sorpresa, stupore e accrescere l'atttesa del lettore (spesso nei romanzi e nelle opere di narrativa): "Regnava il silenzio... ciascuno temeva per sè il peggio... i minuti parevano ore... erano ansiosi di sapere... che cosa sarebbe accaduto quella sera'"
    - per invitare chi legge a trarre le proprie conclusioni: "Il progresso è importante, ma conta anche l'equilibrio naturale..."

  • Segnalano anche la "sospensione" di una parola che pronunciata per esteso risulterebbe volgare, di turpiloquio o una imprecazione. In questo caso i puntini sono attaccati alla parte antecedente o seguente del termine.
    Esempi: "...zzo" o "vaff..." "acc..."

  • Essi si adoperano tra parentesi quadre ([...]) per indicare in una citazione la deliberata omissione di una parte di testo originale o una lacuna nel testo conservato; questo utilizzo non è affatto infrequente nei testi di studio, in cui non si possono citare interi paragrafi di un'opera ma solo i loro punti salienti.
  • Indicano l’interruzione di un’elencazione che potrebbe proseguire, ma che si ritiene inutile continuare:
    «Luana si era vestita per andare in spiaggia. Indossava degli occhiali da sole, un costume rosso, delle scarpe infradito…». In questo caso si può usare anche ecc. al posto dei tre puntini di sospensione.

  • I puntini sospensivi indicano inoltre iterazione, come nel caso di formule matematiche come 1 + 2 + 3 +...+ 9 + 10 = 55, che vuole dire "la somma di tutti i numeri interi da 1 a 10 è uguale a 55", o nelle elencazioni di elementi di una successione come 1, 2, 3, ..., n (i numeri da uno a n).

  • Sono utilizzati anche per riprodurre l'andamento spezzato ricco di pause della lingua parlata.

  • Sono attaccati alla parola che li precede e sono seguiti sempre da uno spazio a meno che il carattere successivo non sia una parentesi di chiusura o un punto interrogativo.
    Se posti alla fine di una frase si riprende con la lettera maiuscola.
    Esempi:
    "Andammo a cena insieme e poi..."
    «Ella è... non è...» (Dante, Divina commedia)

  • I puntini di sospensione sono comunemente posposti, ma possono essere anche anteposti, e in tal caso inseriscono la frase che segue nel flusso di un discorso cominciato in precedenza.
    E riporto anche un'altra funzione segnalata: "Caratteristico è l'uso che potremmo chiamare 'brillante', quando si vuol preparare il lettore a un gioco di parole, a una battuta di spirito."
  • Dopo un punto di abbreviazione e dopo i puntini non si indica più l'eventuale punto fermo.
    Es.
    - Uno, due, tre, eccetera. <punto di fine periodo>
    - Uno, due, tre, ecc. <punto dell'abbreviazione>
    - Uno, due, tre... <puntini di sospensione>

 

 

Anche perché la punteggiatura non è altro che una scansione logica del discorso; contribuisce a creare paragrafi e sottoparagrafi che rispecchiano i raggruppamenti di idee dei nostri scritti. Se la punteggiatura è sbagliata significa che, o non abbiamo le idee chiare, o non riusciamo a comunicarle.