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noi Trentini, sempre innovativi e aperti al dialogo, guardiamo alla nostra mamma Europa e facciamo nostro il suo motto: unità nelle diversità. Noi Trentini, infatti, siamo autonomi proprio perché diversi. Noi amiamo le diversità e sappiamo che la diversità è sinonimo di ricchezza e valore aggiunto. Per questo, non sentiamo il bisogno di varare una legge per chi è o si sente diverso, perché, grazie a Dio, siamo tutti diversi.

Dire che siamo tutti uguali, infatti, è una menzogna. Tutto attorno a noi ci dimostra che siamo tutti diversi, diversi come il giorno e la notte, come l’uomo e la donna. Voler fondare una nuova società con una legge che si basa sul “siamo tutti indistinti” è, quindi, piombare l’umanità nella menzogna.      
Noi non ci stiamo. E voi?

Abbiamo letto il ddl che avete proposto in provincia. Proponiamo di seguito alcune considerazioni cariche di preoccupazioni.

1)    Nell’articolo 9 si promuovono modalità linguistiche e comportamentali determinate. Noi, innanzitutto, vi invitiamo ad usare le parole per quello che sono e con il loro vero significato, perché usare parole come uguaglianza, parità e innovazione rende tutto molto allettante, ma con esiti devastanti se ad ognuna di queste parole non viene attribuito il proprio giusto significato.

Omofobia. Cos’è l’omofobia? Parliamo di omofobia senza sapere neppure cosa sia. Non esiste definizione a riguardo e l’unica definizione proposta (e poi anche ritirata) è stata quella dell’UNAR che definiva l’omofobia in base al grado di religiosità di una persona e che considerava atto omofobico dire che il primo fine del rapporto sessuale è la procreazione, cioè il generare la vita.

Discriminazione. Tutte le statistiche Istat e perfino il difensore civico, organo preposto alla difesa di coloro che si sentono discriminati, confermano che non si sono verificati casi di discriminazione e, quindi, di lamentele da parte di omosessuali. Inoltre, in tempo di crisi, voler favorire con riqualificazioni e sostegni economici gli omosessuali è una discriminazione nei confronti di tutte le altre categorie discriminate come quella dei disabili, delle donne, degli obesi ecc.

Uguaglianza. Si parla diuguaglianza, ma la verità è che siamo tutti diversi. Questa è una verità indiscutibile. La diversità non è un pericolo. È un pericolo, invece, voler inculcare ai più piccoli l’idea che dobbiamo essere tutti indistinti. Nel ddl si usa la parola uguaglianza, ma ciò che si intende fare è rendere tutto indistinto e per di più in Trentino, la regione che è autonoma proprio per le sue diversità e pluralità, in altre parole, per le sue ricchezze.            
Hanno già provato in passato a renderci tutti indistintamente uguali. Abbiamo già visto come è andata a finire, lo ricordiamo ogni anno nel giorno della memoria.

Parità. La parità non è omologazione e nemmeno distribuzione uguale di ruoli tra uomini e donne, parità non è uguaglianza assoluta tra uomo e donna. Parità è parità dei diritti a tutti e questo l’attuale legge già lo garantisce. Non c’è, quindi, bisogno di varare una nuova legge fatta su misura per una piccola parte della minoranza omosessuale, perché questo sì è creare divisioni, fare differenze e discriminare.

Libertà. Che libertà è non poter più dire la verità? Ovvero che Dio, “maschio e femmina li creò”. La diversità per eccellenza. Nei giorni della Creazione ogni cosa venne ben distinta e separata. La natura e la vita continuano a rigenerarsi proprio grazie all’unione di elementi femminili e maschili.

Progresso. Nell’articolo 11 si dice di adottare “strumenti educativi e culturali innovativi”, ma siamo ben a conoscenza di quale sorta di libri si tratta: libri che vogliono inculcare un’ideologia gender unidirezionale. Questa non è innovazione. Non si può inculcare una cultura ad una società. Hitler ci ha già provato ed è finita molto male. L’umanità non è mai caduta così in basso. Che progresso è quello di distruggere il nucleo vero della società, cioè la famiglia? Che progresso è quello che sfrutta le povere donne per sfornare figli a ricche, egoiste e capricciose coppie omosessuali? Ciò che le lobby omosessualiste chiamano progresso è privo di fondamento scientifico, come dimostra la terribile storia di Bruce-David/Brenda, strumentalizzata per dare origine all’ideologia gender, ma che in realtà ha portato al suicidio il medesimo protagonista della vicenda per crisi di identità e per i troppi traumi subiti.

Educazione. Nel ddl si intende favorire percorsi di crescita e intraprendere un’azione di sensibilizzazione circa il pluralismo dell’orientamento e delle identità di genere, ma in realtà si tratterebbe di una vera e propria propaganda ideologica nelle scuole: inculcare una nuova mentalità, trasformare la scuola in un campo di indottrinamento di ideologie schierate. Infatti, il ddl prevede di avvalersi dell’aiuto non di insegnanti e genitori, ma di associazioni con ideologie gender e, comunque, di organizzare corsi di aggiornamento e di formazione gender per docenti ed educatori. Al tempo del nazismo, in Germania, il ministero dell’istruzione e della propaganda era riunito sotto un unico ministero. Con questo ddl si piomberebbe nuovamente in quel tempo buio, in cui si fece dell’istruzione un mezzo di propaganda.               
Volete creare un mentalità che noi trentini non abbiamo. Volete farci credere che questo ddl non è invadente come quello nazionale di Scalfarotto, ma la verità è che con questo ddl provinciale state aprendo le porte all’intera ideologia gender che una volta infiltrata si espanderà in tutti i campi e in tutte le regioni e senza più controllo.

Genitore 1 e genitore 2.  A questa indifferenziazione politically correct, noi opponiamo sempre, ancora e comunque la tradizionale differenziazione “mamma e papà”, ribadendo che di mamma ce n’è una sola, ricordando che la prima parola di un bambino è “mamma”, che essere genitori è un valore, non un fatto o una compravendita e che in famiglia ognuno ha il suo ruolo: c’è una mamma, un papà e i figli. Se ciò manca, succede ciò che è tristemente successo al figlio acquistato da Elton John e il suo compagno. Negando la parola “madre” e “padre” si nega l’umanità.

2)    Al termine del ddl viene comunicato che non ci saranno maggiori oneri a carico del bilancio provinciale. La verità è che tutto ciò è mosso da interessi economici. Si tratta di una lotta economica, non culturale. Si vuole innescare una nuova economia basata sull’ideologia gender a favore di piccole lobby di minoranza, politicizzate, ideologizzate e forti dal punto di vista economico. La nascita, tuttavia, non è un atto di compravendita e il bambino non è un prodotto. Ma con gli uteri in affitto, le provette e tutto il resto, le persone finiscono per diventare cose e se le persone diventano cose, si spalancano le porte all’inferno.

3)    Infine, tre domande:

1. I Ladini, i Trentini, hanno realmente bisogno di questa legge? I Ladini e i Trentini informati e consapevoli di ciò che state portando avanti hanno già risposto a questa domanda: NO. Di tutte le ragioni possibili, una su tutte: la famiglia non compare neppure una volta nel disegno di legge che, infatti, è contrario alla famiglia e al suo ruolo. Ma per i Trentini la famiglia è il fondamento della società.

2. Con tutti i problemi che ci sono, perché accanirsi sull’omofobia che, tra l’altro, come tutte le statistiche dimostrano, è un problema che non sussiste? Perché insinuare nella società un concetto di omofobia che non c’è?

3. Se l’ideologia gender penetra nella scuola (e magari, per di più, all’insaputa dei genitori, nelle modalità e con le finalità ideologizzate delle lobby omosessuali), come cresceranno i nostri figli e nipoti? Questo ddl prevede un intervento invasivo forte della Provincia nella scuola in ambito sessuale e, quindi, nell’ambito della vita. Il Trentino ha sempre dato testimonianza a favore della custodia della vita.

Ecco perché questo ddl non può essere accettato: non fornisce chiare definizioni; riduce la libertà di pensiero e di espressione; interviene in modo pesante e invasivo nell’educazione a scuola, nei mass media, nell’ambito lavorativo e in tutti i campi inculcando una cultura che non è quella trentina, delegando le iniziative e le azioni propagandistiche ad associazioni di parte, compreso l’osservatorio che si intende istituire per verificare l’effettivo rispetto della legge.

Ci appelliamo alla vostra coscienza di mamme, di Donne, di padri e di Uomini. Questo ddl è antipopolare, perché si usa la legge per inculcare idee alla società, mentre normalmente e giustamente è la società che deve condizionare le leggi; ed è anticostituzionale, perché va contro l’articolo 29, il quale stabilisce che l’Italia riconosce la famiglia naturale fondata sul matrimonio, famiglia che è alla base della società.

Noi crediamo fermamente che per rispettare l’omosessuale non c’è bisogno di rendere tutti indistintamente uguali.
Sono ben altre le modalità per insegnare il rispetto, non di certo quella di togliere l’identità all'umanità o di inculcare precetti a scuola. Le norme creano costume e mentalità e, quindi, noi non la vogliamo questa legge, perché inutile e pericolosa ed una volta approvata una legge non si può più tornare indietro, anche se poi si vorrebbe.
Francia, Inghilterra e Spagna hanno già varato leggi in questo senso e quando hanno cercato di tornare sui propri passi non hanno più potuto.
Cambiare idea adesso non significa perdere, non è debolezza. Cambiare idea non è solo lecito, ma necessario (Eraclito).

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EVENTO IMPORTANTE

11.06.2017

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